ING
November 16th-December 9th
Pianificazione Fuggitiva
muSa Michelle Mattiuzzi
with sound by Bartira
In collaboration with Villa Romana
and the Kunsthistorisches Institut in Florenz
– Max-Planck-Institut
With Pianificazione Fuggitiva, muSa Michelle Mattiuzzi invokes Fred Moten just as she invokes Ogun through a series of drawings, writings and selected passages. This project is an impulsive response executed with a calculated intentionality in relation to an accumulation of energies and inputs across the artist’s time as a fellow at Villa Romana in Florence. It is a marker of this moment just as it calls back to the timelessness of the Black radical tradition of resistance, of self-care and of a capacity to elude all the trappings of hindered imaginings. Fugitivity in Moten as a gesture of self protection that resides in a non-fixity is unearthed through the these works whose immediacy conjures spiritual protection, the radicalism of imagination and a Sankofian appreciation for all that is speculative. Employing burned vines and cotton pulp that are conscious of the ways in which the past lives of materials are never truly past, this work draws its title from the invitation of The Undercommons (Moten, Harney 2013) to gather, to reflect, to study in collectivity. The work is an outgrowth of the artist’s Abolition Garden (2021) while building upon the performance work of Dive in the Dark (2021). Embedded in the project’s research is the film, 2021 Letter for the Preta reader of the end of times, a dialogue and performance based work developed with the artist Jota Mombaca for the Sao Paolo Biennial.
Accompanying the visual compositions in charcoal is a sound texture and original score by sound artist Bartira developed for “experience I and II”. Bartira's work speculates about the digital age positing towards its end. The work places sonic inputs as challenges to the understanding of ecologies, feeding on contemporary implications, such as the ubiquity of technology, global standardization and immigration to envision educated narratives in the context of a technology-mediated digital age. In this project the artists muSa and Bartira have realized a composition about the recreation of the diasporic imagination in the context of art.
ITA
16 novembre – 9 dicembre
Pianificazione Fuggitiva
muSa Michelle Mattiuzzi
con Bartira
in collaborazione con Villa Romana
e Kunsthistorisches Institut in Florenz
– Max-Planck-Institut
Con Pianificazione Fuggitiva, muSa Michelle Mattiuzzi invoca Fred Moten proprio come richiama Ogun attraverso una serie di disegni, scritti e passaggi selezionati. Questo progetto è una risposta impulsiva eseguita con intenzionalità calcolata in relazione ad un accumulo di energie e input attorno al tempo dell’artista trascorso a Villa Romana a Firenze. E' un indicatore di questo momento così come richiama all'atemporalità della tradizione radicale nera della resistenza, della cura di sé e della capacità di eludere tutti gli intralci dell'immaginazione ostacolata. La fuggitività in Moten come gesto di autodifesa che risiede in una non fissità è portata alla luce attraverso queste opere la cui immediatezza evoca protezione spirituale, il radicalismo dell'immaginazione e un apprezzamento sankofiano per tutto ciò che è speculativo. Utilizzando vimini bruciato e polpa di cotone, in una pratica consapevole dei modi in cui le vite passate dei materiali non sono mai veramente passate, questo lavoro trae il suo titolo dall'invito di The Undercommons (Moten, Harney, 2013) a ritrovarci, a riflettere e a studiare nella collettività. La mostra nasce dalla ricerca di Abolition Garden (2021) dell'artista, e si basa sul lavoro performativo Dive in the Dark (2021). Incorporato nel progetto di ricerca è anche il film, 2021 Letter for the Preta reader of the end of times, un lavoro basato su un dialogo e una performance sviluppato con l'artista Jota Mombacca per la Biennale di San Paolo.
Ad accompagnare le composizioni visive in carboncino è una texture sonora e una partitura originale della sound artist Bartira sviluppata per "Esperienza I e II". L'opera di Bartira specula sull'era digitale indicando la sua fine. Il lavoro pone gli input sonori come sfide alla comprensione delle ecologie, nutrendosi di implicazioni contemporanee, come l'ubiquità della tecnologia, la standardizzazione globale e l'immigrazione per immaginare narrazioni istruite nel contesto di un'era digitale mediata dalla tecnologia. In questo progetto, le artiste muSa e Bartira hanno realizzato una composizione sulla ricreazione dell'immaginazione diasporica nel contesto dell'arte.
Questa mostra nasce dalla residenza di muSa a Villa Romana ed è la seconda iterazione della piattaforma di ricerca Di Palo a Frasca*.